maternità surrogata

La maternità surrogata, conosciuta anche come “gestazione per altri” (GPA) o “utero in affitto”, è vietata dalla legge. La normativa di riferimento è la legge n. 40 del 2004, che disciplina la procreazione medicalmente assistita. Questa legge stabilisce che qualsiasi forma di maternità surrogata è illegale e prevede severe sanzioni per chiunque la pratichi, promuova o faciliti.
La legge n. 40 del 2004, all’articolo 12, comma 6, vieta esplicitamente la surrogazione di maternità e prevede pene severe sia per chi attua questa pratica, sia per i medici e le strutture sanitarie coinvolte. La norma recita: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.”
Le motivazioni alla base del divieto sono molteplici e riguardano aspetti etici, giuridici e sociali:

  1. Tutela della Dignità della Donna: Si ritiene che la maternità surrogata possa ridurre la donna a un mezzo per procreare, sfruttando il suo corpo e compromettendo la sua dignità.
  2. Interesse del Minore: C’è una preoccupazione per il benessere del bambino nato attraverso la surrogazione, soprattutto per quanto riguarda la sua identità e le possibili implicazioni psicologiche e sociali.
  3. Prevenzione dello Sfruttamento: La surrogazione di maternità può portare a situazioni di sfruttamento economico e sociale delle donne, specialmente quelle in condizioni di vulnerabilità economica.

In caso di violazione della legge, le conseguenze sono severe e riguardano sia i genitori committenti sia le strutture e i professionisti sanitari coinvolti. Le sanzioni comprendono:

  • Reclusione e Multe: Come previsto dalla legge, le pene possono includere la reclusione fino a due anni e multe fino a un milione di euro.
  • Nullità dell’Accordo: Qualsiasi accordo contrattuale di maternità surrogata è nullo e privo di effetti giuridici in Italia.
  • Status del Bambino: Il bambino nato da maternità surrogata all’estero può affrontare complicazioni legali per il riconoscimento del suo stato di figlio dei genitori committenti in Italia.

Il divieto della maternità surrogata è oggetto di dibattito in Italia, con posizioni fortemente contrastanti:

  • Pro: Chi sostiene il divieto sottolinea l’importanza di proteggere la dignità della donna e il benessere del bambino, oltre a prevenire lo sfruttamento commerciale della riproduzione.
  • Contro: I contrari al divieto argomentano che la maternità surrogata, se regolamentata adeguatamente, potrebbe rappresentare una soluzione per le coppie infertili o per le persone single o omosessuali che desiderano avere figli. Inoltre, essi evidenziano come il divieto costringa molte coppie a rivolgersi a paesi esteri dove la pratica è legale, con ulteriori complicazioni legali e sociali.

La legge n. 40 del 2004 è il principale testo normativo che disciplina la procreazione medicalmente assistita in Italia. Questa legge ha introdotto una serie di regole e divieti volti a regolamentare le tecniche di fecondazione artificiale, ponendo particolare attenzione alla tutela dei diritti della donna e del bambino.
L’articolo 12, Comma 6 della Legge n. 40/2004 stabilisce:
“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.”
Le motivazioni alla base del divieto di maternità surrogata in Italia possono essere suddivise in diverse categorie:

  1. Etiche e Morali: La pratica della maternità surrogata è considerata eticamente controversa perché può essere vista come una forma di mercificazione del corpo femminile. La surrogazione può ridurre la gravidanza a una transazione commerciale, con potenziali implicazioni negative per la dignità della donna.
  2. Giuridiche e Sociali: Dal punto di vista giuridico, la maternità surrogata crea complessità legali riguardanti la filiazione e i diritti del bambino. C’è anche la preoccupazione che la surrogazione possa portare a situazioni di sfruttamento economico, specialmente in contesti dove le donne in situazioni di vulnerabilità economica possono essere indotte a diventare madri surrogate per necessità finanziarie.
  3. Protezione del Minore: Le implicazioni psicologiche e sociali per i bambini nati attraverso la surrogazione sono un altro aspetto rilevante. Il legislatore italiano ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che questi bambini possano affrontare difficoltà nell’identità e nella relazione con i genitori biologici e committenti.

Le conseguenze legali per chi viola il divieto di maternità surrogata in Italia sono significative:

  • Pene Detentive: La reclusione da tre mesi a due anni è prevista per chiunque sia coinvolto nella pratica della surrogazione di maternità.
  • Sanzioni Pecuniarie: Le multe possono variare da 600.000 a un milione di euro, cifre molto elevate che riflettono la severità con cui il legislatore tratta questa pratica.
  • Nullità dei Contratti: Qualsiasi contratto di maternità surrogata è considerato nullo. Questo significa che tali accordi non hanno alcun valore legale in Italia, e non possono essere fatti valere davanti a un tribunale.

Un aspetto complesso della questione riguarda le coppie italiane che si recano all’estero per accedere alla maternità surrogata in paesi dove la pratica è legale. Questa situazione solleva diverse problematiche:

  1. Riconoscimento della Filiazione: Al ritorno in Italia, il riconoscimento legale del bambino come figlio dei genitori committenti può incontrare ostacoli, poiché la pratica è illegale sul territorio italiano. Ciò può portare a lunghe battaglie legali per il riconoscimento dei diritti di filiazione.
  2. Conseguenze Penali: Anche se la surrogazione è stata effettuata legalmente all’estero, i genitori committenti possono comunque essere perseguiti penalmente al loro ritorno in Italia, poiché la legge italiana prevede pene anche per coloro che promuovono o organizzano la pratica al di fuori dei confini nazionali.

Il divieto della maternità surrogata è oggetto di un vivace dibattito in Italia. Le posizioni sono spesso polarizzate:

  • Favorevoli al Divieto: Questi sostengono che la proibizione protegge la dignità della donna, evita lo sfruttamento economico e tutela i diritti del bambino. Ritengono che la pratica, anche se regolamentata, possa aprire la porta a forme di abuso e sfruttamento.
  • Contrari al Divieto: Coloro che si oppongono al divieto argomentano che la surrogazione, se adeguatamente regolamentata, potrebbe offrire una soluzione a molte coppie infertili, inclusi single e coppie omosessuali. Sottolineano che il divieto costringe molte coppie a rivolgersi a paesi esteri, creando ulteriori complicazioni legali e burocratiche.

Il futuro della normativa sulla maternità surrogata in Italia è incerto. Da un lato, la crescente domanda di soluzioni alternative per la procreazione potrebbe portare a una revisione della legge. Dall’altro, le profonde convinzioni etiche e morali che sottendono il divieto attuale rappresentano un forte ostacolo a qualsiasi cambiamento legislativo. Il dibattito pubblico e le decisioni giuridiche future saranno cruciali per determinare la direzione in cui si muoverà il quadro normativo italianoInizio modulo

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